Studio Vollono


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SERVICE ADOLESCENTI E SPORT

INTERVENTO DI VOLLONO ALLA CONFERENZA STAMPA SERVICE

ADOLESCENTI E SPORT

Il Panathlon è CLUB DI SERVIZIO che riunisce tutte le discipline sportive con lo scopo di mantenere vivi i valori morali, culturali, ideali dello sport, quale strumento di formazione ed elevazione della persona tramite iniziative e progetti finalizzati:

alla diffusione di una nuova cultura dello sport quale attività dall’alto contenuto relazionale (Carta dei Diritti del Ragazzo nello Sport-Carta del Fair Play);
alla sensibilizzazione del territorio, in considerazione della valenza sociale che sport può svolgere nel campo dell’educazione alla vita ;
a mettere in relazione la famiglia, la scuola e gli operatori sportivi, nel rispetto delle diversità e dei diritti soggettivi.

Con il patrocinio dell’Assessorato allo Sport della Provincia, del Provveditorato agli Studi, della Scuola di Specializzazione in Medicina dello Sport e del CONI, il Panathlon Club Brescia, nel biennio scorso, aveva promosso quattro conferenze sul tema: “Lo sport tra promozione culturale, libertà di movimento e formazione civica” :

Ridare ai bimbi il gioco” con Gamba, dott. A.Ghilardi, Bencivegna,Aliprandi, Dusi O.
Formare nello sport e allenare alla vita” con il prof.  Orizio e  Don C. Paganini
Doping e Antidoping " dott. Andrea Giustina, professore incaricato Facoltà di Medicina di Brescia;dott. Gabriele Ferri, presidente provinciale FMSI.
Il fenomeno violenza” con il dott. Emilio Quaranta, Procuratore Capo della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Brescia.

Quest’anno, il dott. Spagiari nell’assumere l’incarico di presidente del Lions Club Cidneo,   ha  voluto condividere con noi le successive iniziative programmate  ed eccoci qui a presentare congiuntamente ilSERVICE, che speriamo divenga permanente e sia condiviso da altre realtà.

Credo che nello sport  non si dovrebbe parlare di etica/ fair play/ diritti dei ragazzi, perché sono concetti insiti nel concetto stesso di  sport, ma la società moderna ha stravolto tutti i valori:

Oggi, a quasi tutti i livelli, si paga per fare sportperché si vuole fare sport da soli, non con le associazioni, con i volontari. Una volta  erano invece le associazioni che cercavano i giovani;
Oggi gliallenatori più bravi vengono messi al servizio dei campioni,  mentre ai principiantisi affiancano spesso istruttori privi di conoscenze idonee a rapportarli con i giovani;
Oggi il volontariato, che costituisce un capitale umano di inestimabile valore,non basta più, ci vuole professionalità.

Purtroppo stiamo vivendo un momento particolare dello sport. Scandali e violenze a parte:

il doping,  fenomeno in continua crescita. E’ un fenomeno della società, non solo dello sport, come l’alcolismo. Ma non c’è solo il doping, ci sono ad esempio anche le molestie sessuali, di cui ancora si parla poco;
l’agonismoè vissuto in modo sbagliato: si deve vincere a tutti i costi, costi quel che costi;
gli Istruttori e gli Allenatori, spesso, sono sempre meno Educatori;
nella scuola italianasi pratica, ancora oggi, poca attività motoria e sportiva;
molte Società Sportive spariscono, anche per problematiche gestionali e fiscali;

Si dice che  dovremmo tornare allo sport di una volta. Ma quale?

Sicuramente, dobbiamo decidere  QUALE STRADAintraprendere:
impegnare tutte le risorse per selezionare e "allevare" potenziali campioni?
oppure
creare una larga base di bambini/e, ragazzi/e innamorati delgioco, del giocosport e dello sport?

Io credo fermamente nella seconda scelta che, oltre a non impedire l'emergere dei talenti, ha il pregio di creare una base di praticanti entusiasti, ancora capaci di giocare.

Nella mia attività di istruttore e giudice in varie discipline sportive, ho potuto constatare ladifficile situazione dei “vivai”a causa anche dell’esasperato agonismo a cui sono sottoposti i bambini già a 6/8 anni.

Non posso accettare tale contesto, perchè sono sempre più convinto che nei primi anni della pratica sportiva, lo sport deve favorire lo sviluppo psico-fisico del bambino  con modalità ludiche che gli permettano di manifestare la sua spontaneità, creandogli  attorno un ambiente sereno, come lo erano una volta le piazze, piazze e luoghi che dovremmo riproporre.

Permettetemi citare l’esempio delle società di calcio in Svezia, ove, per i pulcini: non sono previste classifiche e tutti devono giocare,; infatti viene  punito dall’arbitro  l’allenatore che non lo fa; non vi sono ruoli fissi fino a 12 anni e,  a fine partita una stretta mano.. Il tutto è regolamentato da statuto interno.

E' molto importante, quindi, fare in modo che tutti i soggetti,“le Agenzie Educative”, che ruotano attorno al mondo del bambino, avvicinino i giovani e gli adolescenti  all' Educazione Motoria, nel modo migliore.

Nelle “ Agenzie Educative”  colloco:

i Genitori, che dovrebbero essere i primi allenatori, ma che spesso realizzano, tramite il figlio, le proprie aspirazioni; che troppo spesso pensano che i loro figli siano dei campioni e vogliono che vincano sempre.

gli Insegnanti, preparati e competenti, che dovrebbero creare un bagaglio motorio e sportivo ampio e presentare un ventaglio di proposte sportive, in modo che gli alunni possano scegliere in futuro lo sport che preferiscono e che meglio si addice alle loro caratteristiche. La scuola deve creare sportivi praticanti, ragazzi che attraverso lo sport si divertono, integrano, relazionano e crescono. Non deve creare “tifosi o contemplatori di sport”.

le Società Sportive che non devono curare solo i campioni e i talenti, ma che si devono interessare maggiormente di coloro che vogliono praticare lo sport per divertimento e benessere, seguendo tutti con la stessa pazienza ed educazione.
Devono avere Istruttori e Allenatori  preparati e soprattutto Educatori. Devono completare il proprio organico anche di figure perofessionali quale il medico sportivo e lo psicologo giovanile
In Italia non si “curano” più i vivai, la legge “Bosman” e la legge 91/80 hanno distrutto in alcuni sport, lo sport giovanile. Si deve allora fare un passo indietro e ricostruire i vivai con persone competenti, preparate, dotate di buon senso
le Federazioni Sportive Nazionali, che troppo spesso spingono- in età molto basse-  lo sport competitivo, creando stress, ansia. La pratica troppo intensa di uno sport nella fanciullezza, può portare anche a  turbe dello sviluppo.
Si ricerca subito il campione e cosi facendo si disperdono i talenti, soprattutto i talenti tardivi.
I corsi di formazione per Istruttori e Allenatori dovrebbero essere più selettivi e diversificati   secondo l’età dei propri allievi, come avviene nella scuola.
il C.O.N.I, che deve predisporre una serie di iniziative a favore della corretta diffusione dello sport tra i giovani.

la Televisione, che propone pochi programmi di attività motoria e avviamento sportivo per i giovanissimi. Anche sulla Stampa troppo calcio, mentre altri sport sono relegati in orari / spazi poco visibili. Così facendo, non si avrà mai una corretta cultura motoria e sportiva.

Si sente spesso dire“Ai miei tempi i giovani erano migliori”    “I giovani di allora avevano degli ideali”.

Frasi fatte; IO credo nei giovani d’oggi, nella loro creatività, intraprendenza, nella loro voglia di emergere e di impadronirsi del mondo intero.

Hanno solo bisogno di recuperare i valori della famiglia, della scuola e dello sport e noi dobbiamo aiutarli!

I contenutidella Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanziaapprovata dall'Assemblea delle Nazioni Unite del1989 e la  “Dichiarazione sull’etica nello sport giovanile”, redatta dal P.I. e già sottoscritta da varie Federazioni Internazionali, da Enti di Promozione tra cui il CSI, da vari Comuni, sono molto chiari, ma spesso nonè facile arrivare al riconoscimento del diritto al gioco del bambino.

In questo contesto,

IL PANATHLON, IL LIONS, COSA POSSONO FARE IN CONCRETO?

Ritengo che il movimento Panathletico e Lionistico debba avvicinarsi sempre più all’associazionismo sportivo, alle federazioni, agli oratori, individuandone i bisogni e cercando di contribuire a progetti con valori condivisi, stimolando ad esempio la ricerca di soluzioni concrete e rapide  alle seguenti domande:

Come favorire l’educazione ed incentivare la pratica sportiva nelle varie fasce d’etàaffinché non vi siano ragazzi in tribuna, ma ragazzi in campo?

Come evitare gli abbandonidell’attività sportiva tra i 12 ed i 20 anni?

Come diversificare la formazionedegli istruttori/allenatori in base all’età ?

Quale ruolo debbono assumere lo stato, le regioni e gli altri enti locali per stimolarela nascita e la crescita dell’attività sportiva ed in quali forme e misure debbono intervenire direttamente ovvero in quale modo possono stimolare l’intervento dei privati?

Quali forme di finanziamento sono ipotizzabili e più funzionali per garantire ai cittadini il diritto di praticare sport?

In conclusione, dobbiamo DIVENTARE OPINION LEADER CON SERVICE SISTEMATICI, NAVIGANDO IN CONTROCORRENTE IN QUESTA SOCIETA’ MERCIFICATA,mettendo la nostra cultura, le nostre conoscenze ed esperienze a disposizione delle migliaia di volontari che formano la base dello sport, affinché tutti si ponga attenzione a quel “seme” che cresce,

riflettendo su una frase detta dal Governatore del 2° Distretto Panathlon:

“Fa più rumore un albero che cade,  di una foresta che cresce.    

Fermiamoci ad ascoltare, tra il frastuono degli alberi che cadono, il silenzio della foresta che cresce”.

Brescia 30 maggio 2006

PANATHLON CLUB BRESCIA

(Franco Vollono)

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